RICOSTRUZIONE NASALE

Valutazione dei tumori come basocellulare e squamocellulare.

RICOSTRUZIONE NASALE

L’arte della ricostruzione nasale vede il suo inizio in India nel 3000 a.c. circa. La prima descrizione della ricostruzione della piramide nasale si ritrova nel Sushruta Samhita, un libro sacro brahmino. La tecnica “indiana” di ricostruzione nasale è stata poi utilizzata dalla famiglia Branca durante il rinascimento ed è tutt’ora in uso.

Nel 1597 Gaspare Tagliacozzi ha descritto un nuovo metodo di ricostruzione che prevedeva l’utilizzo di un lembo dall’arto superiore. Durante la I guerra mondiale ci sono stati ulteriori passi avanti e nel 1956 grazie alla descrizione di Converse dei lembi mucopericondrali dal setto è stato raggiunto un livello tecnico molto alto e ancora oggi si assiste ad una continua evoluzione.

Il motivo più frequente per cui si ricorre alla ricostruzione del naso è la presenza di tumori della cute, come il basocellullare e lo squamocellulare.

Nel caso di pazienti con la pelle troppo spessa e sebacea, motivo per il quale potrebbero essere poco visibili le modificazioni effettuate durante la rinoplastica primaria, invio ad una consulenza dermatologica per valutare una riduzione della extra-attività delle ghiandole sebacee, al fine di rendere la pelle più sottile. Nei casi opposti, ovvero quando la pelle è veramente troppo sottile ed in diretto contatto con le strutture sottostanti, implemento il sottocutaneo con innesti di fascia o derma.

Il naso è costituito da 3 strati:

  • Mantello cutaneo.
  • Scheletro osteo-cartilagineo.
  • Rivestimento interno.

Può essere diviso in 3 parti:

  • 1/3 superiore parte ossea.
  • 1/3 medio cartilagini laterali.
  • 1/3 inferiore cartilagini alari.

Il naso, come tutto il viso, può essere suddiviso in subunità estetiche in base alla cute, alle caratteristiche istologiche e alla capacità di nascondere le cicatrici. I confini tra queste subunità sono aree di transizione nel profilo del naso dove possono essere individuate delle zone di ombra.

Per decidere la strategie ricostruttive deve inoltre essere valutata la qualità dei tessuti circostanti, le dimensioni del difetto e le comorbidità del paziente. Durante la ricostruzione del naso è importante tenere presente che oltre alla parte esterna è fondamentale ripristinare la funzionalità della parte interna.

I metodi più frequentemente utilizzati sono:

  • Innesti cutanei, condro-cutanei e mucosi.
  • Lembi locali e di vicinanza.
  • Raramente vengono utilizzati lembi microchirurgici.

Dato che nella maggior parte dei casi la ricostruzione viene eseguita in seguito all’asportazione di tumori cutanei preferisco utilizzare dei metodi semplici e poco invasivi come l’impiego di innesti e lembi cutanei. Il fine che perseguo è cercare di utilizzare il più possibile tessuti che per qualità, colore e spessore assomiglino ai tessuti asportati in maniera da rendere la cicatrice sempre meno visibile nel tempo. Quando possibile, effettuo questi interventi in anestesia locale, con la presenza di un anestesista poichè spesso si tratta di pazienti ormai non più giovanissimi.

Una caso particolare di ricostruzione del naso è il rinofima, patologia caratterizzata da una notevole iperplasia delle ghiandole sebacee accompagnata da eritema e notevole distorsione delle parti molli. Spesso è associato all’utilizzo di alcol che nei soggetti predisposti induce una vasodilatazione che alla lunga porta alla formazione di teleangectasie, porpora e infine all’alterazione macroscopica del naso. Il rinofima rappresenta uno stadio avanzato dell’acne rosacea. Oltre che per il danno estetico se ne consiglia il trattamento perché potrebbe nascondere delle patologie neoplastiche (carcinoma basocellulare). Il trattamento è chirurgico e prevede l’escissione del tessuto ipertrofico patologico.

La visita

Durante la visita avviene la prima metà dell’intervento. In questa occasione parlo con il paziente di tutti i problemi funzionali, ricostruttivi ed estetici e propongo le soluzioni chirurgiche e non.

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L'intervento

Effettuo la rinoplastica quasi sempre in anestesia generale, solo in rarissimi casi è possibile effettuare piccole modifiche in anestesia locale. Utilizzo due tipi di accessi al naso, Open e Closed.

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La ricostruzione

L’arte della ricostruzione nasale vede il suo inizio in India nel 3000 a.c. circa. La prima descrizione della ricostruzione della piramide nasale si ritrova nel Sushruta Samhita.

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rinoplastica secondaria

Ci sono numerosi fattori che influenzano l’esito di una rinoplastica e questo ci deve far riflettere su come purtroppo possano verificarsi risultati suboptimali.

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